ALCEI risponde al Messaggero
14.09.2000
Il 6 settembre scorso il quotidiano Il
Messaggero ha pubblicato in prima pagina un articolo
di Giuseppe Corasaniti, magistrato, attualmente impegnato presso
l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Controcorrente rispetto all'opinione più diffusa tra gli addetti ai
lavori, Corasaniti plaude all'approvazione della legge 248/2000 e afferma,
fra l'altro che "L'avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
della Legge 18 agosto 2000, n. 248 (Nuove norme di tutela del diritto di
autore), meglio nota come "legge antipirateria", consente
finalmente al nostro Paese, dopo anni di discussioni e non senza forti
polemiche, di dotarsi di uno strumento normativo importante in grado di
prevedere sanzioni adeguate al sistema comunitario, e soprattutto di
predisporre strumenti organizzativi di analisi e coordinamento per
contrastare il fenomeno alla radice".
E questa è la risposta di ALCEI:
Egr. dr.
Paolo Graldi
direttore de Il Messaggero
Roma
Via fax allo 06-472072
e p.c.
Preg.mo
dr.
Giuseppe Corasaniti
presso la redazione de Il Messaggero
Pescara,
6 settembre 2000
Gentile
direttore,
ho letto
l'articolo inititolato "il
Paese del falso" dell'amico Giuseppe Corasaniti sulla nuova legge
a tutela del diritto d'autore pubblicato oggi (6/9/2000) dal suo
quotidiano.
Credo sia necessario fare alcune considerazioni sul contenuto di questo
pezzo che, nella prospettiva di una persona impegnata nella tutela dei
diritti civili, suscita più di una perplessità.
Premessa - ovvia ma necessaria - di queste righe è il sacrosanto diritto
degli autori di vedersi compensati per il contributo che danno allo
sviluppo della cultura, e dunque il rifiuto di qualsiasi forma di
"esproprio" di questi diritti.
Nel merito, tuttavia, non posso esimermi dal constatare che la vecchia
legge, pur afflitta da molti gravi
difetti (di cui il principale era la perseguibilita' d'ufficio della
duplicazione) era stata significativamente corretta da una costante
giurisprudenza. Che a partire dalla fine del 1996 e fino allo scorso 13
luglio 2000 ha tracciato un limite preciso fra cosa sia reato (vendere
copie illecitamente duplicate) e cosa "semplice" illecito
civile.
Questa
deformazione non solo è presente anche nella nuova legge ma è rinforzata
e accentuata.
Si istituisce un vero e proprio regime di pentitismo, quando si promettono
sconti di pena a chi denuncia altre persone (a prescindere dagli
esiti del processo).
Si obbliga CHIUNQUE, anche non iscritto alla SIAE, ad apporre sulle
proprie opere il famigerato "bollino" a pena di gravi sanzioni.
Si istituisce un fantomatico
"Comitato per la tutela della proprieta' intellettuale" presso
la Presidenza del Consiglio, dalle funzioni e dai poteri tanto oscuri
quanto preoccupanti.
E'
sostanzialmente evidente che l'impostazione di questa legge è fortemente
influenzata dagli interessi di grossi operatori economici (in prevalenza
major dell'audiovisivo e del software) e non dalla difesa dei diritti
degli autori veri e propri. Oltre ad essere inutilmente vessatoria per i
cittadini.
Questi sono soltanto alcuni dei guasti della nuova legge, che troverà
meglio descritti nel documento pubblicato a questo indirizzo: http://www.alcei.it/news/cs000725.html.
Questa,
che invio innanzi tutto a lei, è
una "lettera aperta" e sarà resa pubblica dalla nostra
associazione.
Grazie
per l'attenzione.
Andrea
Monti
presidente di ALCEI
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